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Una finestra sugli Esports con Daniele Stizza

L’esperienza di uno psicologo dello Sport tra mondo reale e virtuale. Un approccio lontano dagli stereotipi.

Immaginatevi di competere, uno contro l’altro, davanti a uno schermo. Il pubblico alle tue spalle è schierato e ti urla nelle orecchie tutto il suo disappunto. È una guerra di nervi. Una perfetta metafora della vita come quando, tra un mare di difficoltà, devi emergere. Parte da questa immagine il racconto di Daniele Stizza, psicologo dello sport ma non solo. Sarà anche grazie a lui e ai suoi insegnamenti se, nel mare in tempesta, troverai qualche appiglio.

Daniele è appena tornato da Riyadh, dove ha preso parte alla Esports World Cup. Un po’ come le Olimpiadi ma con discipline che si chiamano Tekken, Fornite e Street Fighter, giusto per citarne alcune. A seguito della squadra dei Falcons, team dell’Arabia Saudita, ci si confronta con se stessi e con il mondo. Il confine è semplicemente quello di uno schermo.

Evo (Evolution Championship Series) Japan, Tokio 9-11_05 2025
Daniele all’Evolution Championship Series Japan a Tokio 

La videoludica professionistica, per come la intendiamo noi in Italia, è soltanto una goccia nell’oceano che stiamo per scoprire. Se vuoi navigare e sperimentare devi partecipare ad eventi come Evo Japan o confonderti tra le luci di Las Vegas. Stiamo parlando del mondo degli Esports e la mia difficoltà è proprio quella di decidere se restare con i piedi per terra o tuffarmi nel virtuale.

Cosa si cela dietro le prestazioni di un player professionista? “Mettiamo subito le cose in chiaro: serve una preparazione fisica ma anche mentale“. Tradotto ci vogliono almeno 6 ore al giorno di allenamento e una grande consapevolezza. Questa carriera può essere abbagliante così come terminare subito.

EWC - esports World Cup 2025, Riyadh
Daniele all’ EWC – Esports World Cup 2025 a Riyadh

“È per questo che quando parlo con i giocatori che seguo o che ambiscono a questo tipo di percorso consiglio loro di avere sempre una via principale, come lo studio”. La domanda delle domande: esiste un ponte tra Sport tradizionali, quelli in cui ti sbucci le ginocchia e gli Esports?

“Attraverso un gaming consapevole – mi spiega Daniele – si può costruire un percorso per atleti e società sportive che possa portare benefici sia nel mondo virtuale che in quello reale”. Non bisogna demonizzare le console. L’attività sportiva e l’attività videoludica possono andare di pari passo e aprire nuove possibilità ad atleti e società sportive. Rafforzando un senso di comunità tra bambini e ragazzi si potrà persino allontanare lo spettro dell’abbandono.

 

Riccardo Amato

 

 

 

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