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Beppe Bergomi l’ha fatto di nuovo

Mia cara imparzialità, quanto è difficile averti. 

Il mondo della comunicazione e in particolare del giornalismo sportivo non può ignorare i sentimenti, le opinioni e le battaglie dei protagonisti in gioco. Fuori dal campo si disputa un’altra partita, quella dell’imparzialità.

Più che uno scontro ad eliminazione diretta si tratta di una corsa a tappe. A volte vince uno a volte un altro. Ciò che conta, in questo caso, è arrivare tutti insieme al traguardo. Quando si parla ad esempio di Inter lo Zio ci tiene a restare in testa alla corsa.

L’Inter sta deludendo ma anche le altre squadre avrebbero potuto conquistare più punti a dispetto di un Napoli leader nei comportamenti. In sintesi è questo il pensiero dell’ex bandiera interista. E come non dargli torto.

Il Milan, ad esempio, ha sì battuto l’Atalanta nello scontro diretto per la Champions ma senza brillare. In attesa dei risultati di Juventus, Roma e Lazio, la lotta al vertice non esiste. L’Inter è vittima delle sue insicurezze e stende il tappeto rosso a Thiago Motta, la posizione di Inzaghi è sempre più incerta e i tifosi sono inquieti.

Cosa manca? L’equilibrio. Il Milan campione d’Italia è uscito di scena troppo presto e può rialzare la testa soltanto attraverso una qualificazione in Champions. La Juventus deve credere all’Europa, la Roma (bistrattata o addirittura ignorata dai giornali) sta andando oltre le aspettative. Gli infortuni e i casi Karsdorp e Zaniolo non l’hanno portata fuori strada. La Lazio cresce e punta in alto attraverso il gioco.

Prendere le difese della propria squadra del cuore a volte può far bene anche alle altre. Il peso dei giudizi a volte segue più l’istintività del momento. Persino questo articolo non può essere stato scritto in maniera del tutto imparziale. Si tratta di un gioco. Domani a chi tocca?

Riccardo Amato

 

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