Inter, senti Conte:”La mia sfida più difficile”
Intervistato dal Corriere della Sera, Antonio Conte non nasconde le difficoltà legate alla panchina nerazzurra. Un percorso di crescita condito da alcune cadute ma anche tanto orgoglio. Ora il primato in classifica. Il suo calcio, la difesa a tre e una missione: riportare l’Inter davanti a tutto e a tutti.
Non sa perdere Antonio Conte. La sconfitta? Meglio non viverla. “La sconfitta mi fa stare male perché so che la vivrò solo. Sento una grande responsabilità dentro di me ed è proprio questa eventualità che mi spinge ad azzannare la preda (l’avversario)”. Peccato che gli ultimi dieci anni della storia dell’Inter si siano sintonizzati sulla non – vittoria, sul mancato successo. La chiamata di Giuseppe Marotta aveva un unico fine: scegliere un top player della panchina per riportare l’Inter al successo.
“L’Inter da un anno e mezzo è una squadra che ambisce a vincere”. Si parla di credibilità e soprattutto di risultati. Il gruppo ereditato da Luciano Spalletti era già in grado di competere con le altre squadre, tutte tranne una, la Juventus. Questa stagione ha certificato l’annullamento di un gap, lo dice la classifica, lo spiegano i numeri e le prestazioni. Le critiche, in ogni caso, non mancano mai.
Una su tutte: questa Inter non è un po’ “difensivista”? “Ci vuole equilibrio. La mia idea è quella di attaccare con 5 / 6 uomini. Siamo partiti più aggressivi e questa spregiudicatezza ci ha portato a subire tanti gol. Ora anche i giocatori più offensivi coprono bene il campo nelle due fasi”. Il segreto qui sta nel lavoro quotidiano e nella abilità di far sentire protagonisti tutti gli uomini a disposizione. Eriksen e Perisic, in questo senso, sono i simboli di un lavoro certosino e che sta dando i propri frutti.
Quanto è difficile incidere in un mondo imprevedibile come quello nerazzurro? Questione di mentalità, urge sostituire quel chip mentale che ti porta dal “campare al vincere”. Le parole stanno a zero, contano i fatti. “La missione di un allenatore, una volta sposato un progetto, è quella di portarlo a termine. Restare a lungo? Ci spero”. Alla faccia di chi voleva la sua testa dopo l’eliminazione in Champions League. “Avremmo aiutato gli avversari”.
L’Inter procede unita e punta al massimo risultato possibile. “Non so se vinceremo ma faremo di tutto per riuscirci”. Un tecnico che è già stato modello per altri allenatori e che si è ispirato ai tecnici dilettanti. “Ho studiato il calcio e apprezzato quegli allenatori che erano costretti a vincere un campionato grazie alle loro idee”. Dal 4-2-4 alla difesa a tre, ciò che conta sono mentalità e atteggiamento.
La vittoria nel derby ha spinto più in là le nubi che minacciano storicamente la Pinetina e alimentato forti convinzioni. L’Inter è la favorita numero uno allo scudetto e sono tanti i motivi per crederci. Dalla LuLa ai nuovi innesti e alla loro potenza di fuoco. L’Inter di Conte è pronta ad alzare un trofeo e questa volta non vuole lasciarselo scappare per nulla al mondo.
Riccardo Amato