Stai zitto e corri!

E come potrebbe essere altrimenti? La storia di Morad Rojla prende una piega diversa da quella di tanti ragazzini grazie a un volantino. Si tratta di un corso per arbitri, mica calciatori. Roba seria, insomma. Un percorso che impone serietà e disciplina. Un ruolo che ti richiede grande coraggio e spirito di iniziativa. 

Forse è stato questo il momento in cui un giovane uomo ha deciso di uscire dalla sua comfort zone per atterrare su un Pianeta diverso. Un luogo dove (pre)giudizi, pressione e sentimenti esasperati devono convivere con le regole di un pallone che rotola.

Morad non ha paura e allora inizia a correre ma la parte di sé che deve fare in fretta è quella che ancora non conosce. “A scuola ero introverso e quando ho detto al mio migliore amico che avrei voluto fare l’arbitro mi ha risposto che ero pazzo”. Alzi la mano chi vorrebbe essere riempito di insulti o abbracciare le responsabilità di 11 calciatori e di uno staff che non sanno accettare la sconfitta.

Dai Giovanissimi fino in Promozione. La mente deve correre veloce. La decisione dev’essere fulminea e parole come compensazione o sudditanza non appartengono al vocabolario di un Direttore di gara. L’incontro con Simone Sozza ha fatto scattare qualcosa nel protagonista di questa storia. Essere sempre sotto pressione può indurre all’errore.

Essere arbitro significa inseguire la perfezione e sopprimere un certo grado di umanità. 

A volte il fisico ti chiede una tregua ma non puoi fermarti. Chi ti sta affianco e nel frattempo è diventato arbitro internazionale ti grida: “Stai zitto e corri!”. Daniele Orsato, uno che è stato eletto dall’IFFHS miglior arbitro del mondo nel 2020, ti ricorda che “non devi avere paura di niente e nessuno”. Sembra facile.

E allora Morad corre, si allena, insegue la perfezione attraverso la concentrazione. Non esistono spazio o tempo. Conta soltanto quell’istante, quel fischio. La tecnologia può aiutarti ma anche farti pagare a caro prezzo un’indecisione. Bisogna essere forti e pronti. Adesso.

Prima della partita siamo tutti amici, brindiamo alla grande famiglia del calcio, poi si entra in campo e si è maledettamente soli. A vincere saranno la tua coerenza, il tuo coraggio e la capacità di essere imparziali. Anche quando devi ammonire un amico. Le regole sono uguali per tutti.

Riccardo Amato

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