Dagli ultimi due scontri diretti vinti contro Juventus e Milan, alle vittorie “facili” che sono mancate negli ultimi anni. La trasformazione dell’Inter è compiuta perché passata attraverso un processo di maturazione necessario e propedeutico al successo. Ora restano 13 finali prima del traguardo più importante.
LA ROSA. Il gruppo squadra nerazzurro è considerato da molti addetti ai lavori il più adeguato alle fatiche del campionato, abbinando quantità e qualità, con il lusso di una panchina che assume ancora più valore alla luce della nuova regola dei cinque cambi. Tradotto, l’Inter può cambiare e migliorare anche a partita in corso. Un uomo su tutti? Alexis Sanchez, l’unico giocatore di esperienza internazionale in grado di mescolare le carte e dare un turno di riposo a Lautaro Martinez (Lukaku è intoccabile).
AUTOMATISMI. Le squadre di Conte sono come degli orologi. Ogni ingranaggio deve ruotare alla perfezione e ogni schema deve essere letto e applicato alla lettera. L’unica porzione di campo in cui si può improvvisare è racchiusa negli ultimi trenta metri, con la sinergia Lautaro – Lukaku che ha ormai davvero poco bisogno di spiegazioni. Organizzazione prima di tutto, poi talento e qualità.
MENTALITÀ. Dopo più di un anno e mezzo di lavoro, persino i muri di Appiano Gentile sanno cosa chiede Conte, il tecnico più vicino per caratteristiche a coloro che hanno vinto con i colori nerazzurri. Primo punto del suo programma: la testa. Nessun alibi, grande lavoro e sacrificio, vivere ogni punto a disposizione come se fosse l’ultimo, consapevoli che a volte non si può vincere. L’Inter è cresciuta nell’affrontare le difficoltà, come dimostrato ieri al Tardini di Parma. Contro un avversario che ti tiene sulle spine servono cuore caldo e mente fredda. La vittoria arriva anche con la tenacia e la pazienza.
GIOCO. A lungo criticata per non essere in grado di esprimere un calcio di livello europeo, ora l’Inter ha trovato in Eriksen e Brozovic i paladini di questo nuovo corso sportivo. Più qualità e geometria in mezzo al campo, più possesso e gestione dei momenti della partita. Le partite dentro le partite non possono vederti tutte vincitore, l’importante è sfruttare le tue doti per arrivare al 90′ in vantaggio. Nelle ultime giornate l’Inter ha espresso un gioco piacevole ed efficace, perfettamente in linea con i programmi della prima della classe.
STRATEGIA. Senza le coppe la truppa guidata da Conte non ha più scuse. Questi 6 punti di vantaggio sul Milan (quasi 7 se consideriamo la differenza reti) sono stati costruiti nel tempo, con pazienza e voglia, senza lasciare nulla al caso. Le risorse in campo e gli uomini pronti a subentrare costituiscono un pacchetto di bonus prezioso da qui alla fine del campionato. La strategia ha pagato, i punti sono arrivati e i detrattori si sono dovuti ricredere.
Resta l’incognita legata al momento che stiamo vivendo e al suo primo effetto: questo campionato è tra i più difficili da interpretare degli ultimi anni. Tuttavia i motivi per credere a un’Inter in cima alla classifica alla 38ma giornata ci sono tutti. Gli ultimi passi falsi sull’altra sponda del Naviglio hanno contribuito a creare quel clima disteso che nel mondo Inter non si respirava da parecchio tempo.
Riccardo Amato