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L’Argentina come una storia di Natale 

Partiamo dalla fine. Da quella gioia incontenibile racchiusa in una coppa. La Coppa del Mondo. Messi abbraccia Diego e Mbappé può aspettare. Il golden boy che soltanto quattro anni fa aveva punito la Croazia questa volta ci ha mostrato un concentrato del suo enorme talento. Non è bastato.
Gli dei del calcio hanno scelto la Pulce. Una mano invisibile ha indicato la strada a una nazione sull’orlo della crisi di nervi. Basta osservare il volto dello juventino Di Maria per comprendere il peso della posta in palio. Alla fine sono lacrime di gioia. Quelle del ct Scaloni, incredulo protagonista della più bella storia di Natale.
Nel caldo Qatar, dopo aver messo in discussione valori e diritti umani, a vincere è stato lo spirito del popolo argentino. Quale ricompensa migliore di questa? Al fischio finale, dopo un 3-3 epico spezzato dai calci di rigore, i tifosi sugli spalti si sono lasciati andare. Niente invasione di campo semmai quella pace interiore tipica di chi ha perso o rinunciato tante volte e adesso guarda tutti dall’alto. Siamo molto fortunati.
Dopo una serata del genere sarebbe lecito aspettarsi caroselli e feste per strada. L’occasione è stata colta o forse tutto questo non è mai esistito. Come una storia che si racconta in questo periodo dell’anno e scivola via insieme a qualche fiocco di neve. Qualcuno ha conosciuto un calciatore straordinario di nome Messi. Ora possiamo dirlo ma qualcuno non ci crederà. Il 2022 è stato l’anno del giocatore più magico di sempre.
Riccardo Amato

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