La Juve è tornata (grazie a Inter e Milan)
Non sarà certo un’Ode alla Juventus di Andrea Pirlo questa, semmai una constatazione numerica: la Juventus è tornata. Lo raccontano i numeri. In altri termini il famoso gap tra la squadra campione d’Italia e le aspiranti al titolo si è assottigliato ma esiste ancora.
Sarebbe stata la notte perfetta, quella appena passata, per spodestare simbolicamente la grande favorita dal trono. Nove anni di successi e la concreta possibilità di rimanere a bocca asciutta dopo grandi cavalcate verso la vittoria. Così non è stato. L’Inter di Antonio Conte esce con le ossa rotte dallo Stadium più per demeriti propri che altrui e ridimensiona i piani di gloria.
Siamo stati forse incauti a dare la Juventus per spacciata. Ci hanno pensato poi Inter e Milan, proprio loro, a tendere la mano all’acerrima rivale in difficoltà e alla ricerca di gioco e certezze. Nei 4 scontri diretti con le milanesi, tra campionato e coppa, i bianconeri hanno perso solo una volta (2-0 per l’Inter a San Siro) eppure quello stop sembra ormai lontanissimo. Quasi un incidente di percorso o una terapia d’urto. Il presente si chiama ancora vittoria o comunque finale.
La grande scommessa di Andrea Agnelli si sta trasformando in rivoluzione morbida, assorbita e accettata da un ambiente che ha ancora fame e non intende mollare la presa. E la differenza, pensate un po’, la fa ancora Cristiano Ronaldo, capace da solo di vincere il duello con la coppia Lukaku – Lautaro indirizzando sette giorni fa questo Derby d’Italia.
Cola a picco invece la nave di Antonio Conte. Il campo ci ha mostrato una realtà diversa dal risultato finale ma bisogna sempre rispettarla. I problemi dell’Inter coincidono con i suoi punti di forza: quando deve attaccare e imporre il proprio gioco, la squadra fa tremendamente fatica, mancando di quel giocatore di qualità capace di inventare la giocata verticale per i compagni. Non basta la solidità difensiva e tanta organizzazione (ma la Juve non è stata da meno), così come non si possono spiegare quei 25 minuti iniziali consegnati agli avversari in attesa di un miracolo che non si è realizzato.
“Dovremo essere perfetti” è quindi diventata la versione aggiornata del “Dobbiamo uccidere sportivamente gli avversari, quando ne abbiamo le facoltà”. Peccato che poi all’interno dei 90 minuti gli avversari segnino due gol senza calciare mai in porta. Che succede, Antonio? È tempo già di un primo bilancio per entrambe le squadre. La Juve può concludere la propria stagione con (almeno) due trofei in bacheca, mentre all’Inter resta solo il campionato (e non siamo nemmeno a marzo). I conti si fanno alla fine, è vero, ma la vera scialuppa di salvataggio nerazzurra si chiama scudetto. Senza se e senza ma.
Esce dalla tempesta Andrea Pirlo, aggiornando il filotto di vittorie consecutive e pensando già agli ottavi di Champions. La squadra deve migliorare ma costruisce su solide fondamenta. De Ligt e Demiral non hanno fatto rimpiangere Bonucci e Chiellini, così come la strategia di coprirsi e sfruttare gli errori degli avversari si sta rivelando efficace. Entriamo così nel vivo di questa stagione sportiva e le tre grandi Milan, Inter e Juventus ricominciano il loro percorso proprio da qui.
Solo il tempo ci dirà quanto avrà pesato questa partita nella testa dei giocatori in campo. Il mese di febbraio non finisce certo qui ed è pronto a consegnarci risultati essenziali per comprendere chi salirà sul treno ad alta velocità dello scudetto e chi rischierà di scendere in anticipo.
Riccardo Amato