È un’Inter tragicomica
Dopo il passo falso in casa del Sassuolo, ecco un altro stop per l’Inter modello 2018/19. Un passo falso inatteso per molti ma temuto dai tifosi, increduli a San Siro di fronte a una squadra senz’anima.
IL RISCHIO DI ACCONTENTARSI. A San Siro c’è ancora una volta il pubblico delle grandi occasioni. Il popolo nerazzurro non vede l’ora di salutare la prima partita in casa con una roboante vittoria. Non manca nulla e dopo 45 minuti tutto sembra a posto: Icardi per Perisic, uno a zero; spizzata di testa di De Vrij per il raddoppio e festa grande sugli spalti. Il primo tempo è in cassaforte? Nemmeno per sogno.
FINO A QUANDO L’ARBITRO NON FISCHIA. Qui una grande squadra non si addormenta, anzi cerca il terzo gol: in poche parole, il colpo del ko per poter pensare con serenità ai prossimi impegni. E invece arriva un inatteso quanto temuto black out tecnico e di mentalità. Lentamente ma inesorabilmente si consuma lo psicodramma nerazzurro.
GLI INTERPRETI. Il Toro è ferito ma ancora in partita. Contro un avversario tradizionalmente ostico come i granata è sconsigliato alzare il piede dall’acceleratore. Col passare dei minuti i nerazzurri si abbassano, il centrocampo non riesce ad arginare l’avanzata granata e anche la difesa scricchiola. Belotti sorprende Handanovic e compagni con estrema facilità, Meité sembra Yaya Touré quando punta l’area e beffa ancora il numero uno sloveno. Che pasticcio! La rimonta è cosa fatta: due a due e mazzata psicologica nella testa e sulle gambe degli uomini di Spalletti.
IL FUTURO. L’Inter osservata in questi primi 180 minuti di campionato non sembra ancora pronta alle grande impresa, conquistato con fatica il vantaggio si siede e dà coraggio agli avversari. Tanti uomini sono ancora indietro per condizione fisica. A Luciano Spalletti il compito di restituire un senso a questa squadra in cerca di se stessa, fragile e impaurita come negli anni più bui.
Riccardo Amato