La vittoria del pragmatismo

Brutti, sporchi e cattivi. Sembra essere questa la via più sicura per accorciare il gap esistente tra il Super Napoli di Spalletti e il gruppone subito sotto in classifica.

Lo sa bene Allegri, che ha fondato la sua personalissima idea di calcio sul corto muso, lo sta sperimentando Maurizio Sarri e ci proverà in futuro forse anche Stefano Pioli.

In una lunga corsa a tappe non sempre si può essere brillanti dal punto di vista fisico e del gioco. L’undici biancoceleste è lo stesso che ha sorpreso a Bergamo contro l’Atalanta e che, due settimane dopo, ha piegato un Monza in salute col minimo sforzo.

Chissà se il primo della classe, quel Luciano Spalletti ormai testimonial del bel gioco all’italiana si starà preoccupando vedendo avversarie che a volte non meritano ma che raccolgono punti pesanti per il proprio avvenire.

La rivisitazione del calcio catenacciaro è proprio questa: al passo coi tempi e sempre più pratico. Il modo migliore per zittire i critici e pensare al prossimo impegno in calendario. La vittoria del pragmatismo sulla bellezza.

Riccardo Amato

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