Quanto conta un allenatore?

Quanto conta un allenatore? Se leggiamo la classifica di Serie A i giudizi diventano facili e scontati. Il lavoro che sta dietro tre grandi squadre non lo racconta nessuno. Vincere non è mai facile. Il campo ci restituisce soltanto l’ultimo passo di un percorso faticoso e ricco di insidie.

I NUMERI

Il voto più alto, al momento, è ancora per Stefano Pioli. Ai nastri di partenza il suo Milan era giovane e ambizioso, ora sicuramente più maturo (non solo per la presenza di Ibrahimovic). Concludere il torneo al secondo posto, tradotto una Champions League serenissima, avrebbe il sapore di un piccolo scudetto. Una impresa difficile da pronosticare soltanto qualche mese fa.

Antonio Conte perde quel mezzo punto per la prematura uscita dalla Champions League. “Ma questa è un’altra storia”. E invece no. Questa Inter vale i quarti di Champions. Per gli interpreti, per la capacità di fare gol e per una nuova mentalità che mancava dai tempi del Triplete. Vincere dieci partite consecutive in Italia non è mai facile. Numeri da grande squadra, determinata e convinta.

Il percorso di Andrea Pirlo verrà giudicato soltanto tra un mese abbondante, il futuro potrebbe vedere un altro nome illustre in panchina. Le scelte della società (e di conseguenza quelle sul campo) si sono rivelate talmente coraggiose da risultare azzardate. Ora la sfida sarà tornare a vincere.

VARIABILI

Considerazioni a parole. Quali erano le condizioni di partenza delle tre squadre che guidano la classifica? L’Inter, al secondo anno di Conte, si risvegliava dall’incubo Europa League consapevole che tanto della stagione 2019/20 sarebbe stato da salvare. Il Milan riabbracciava un Ibrahimovic sempre più leader fuori dallo spogliatoio e show man a Sanremo, ma soprattutto confermava al suo allenatore quella fiducia che fa spesso rima con la parola successo.

La continuità nelle scelte delle milanesi, se proprio vogliamo trovare delle analogie o dei punti in comune, si è rivelata la ricetta indispensabile per la risalita. Se l’Inter di Conte è stata da molti definita la principale antagonista alla Juventus campione d’Italia, il Milan ha giocato con meno pressione esprimendo un buon calcio. Persino l’assenza del pubblico potrebbe aver avvantaggiato i diavoli nella conquista di un posto al sole.

FUTURO

La Juventus ha deciso di cambiare: dentro Pirlo e via a una nuova era. In un altro Paese questa sarebbe stata descritta come una scelta normale, fisiologica. In primis per le casse del club, poi per provare a rinsaldare quel binomio Juve – grandi ex del passato, che aveva funzionato con Antonio Conte. La Serie A è però una montagna da scalare per un debuttante e Andrea Pirlo lo è tuttora. Il ciclo Allegri avrebbe dovuto insegnare qualcosa. Una grande società, con grandi calciatori e la pretesa di vincere sempre, deve puntare alla gestione dei suoi campioni e modificare il meno possibile.

In campo “la quadra” non è stata trovata, alcuni interpreti hanno deluso e le alternative, dopo nove anni di successi, possono pesare persino più dei titolari. La stagione 2021/22 racchiude già quel sogno scudetto che si è bruscamente interrotto. Il decimo scudetto consecutivo sarebbe stato qualcosa di ultraterreno. Tutta l’area tecnica dovrà dare ai tifosi delle risposte. A partire dalla scelta del prossimo allenatore. La rosa andrà ringiovanita.

MERCATO

Il dopo Cristiano Ronaldo è alle porte e sarebbe un grande errore far finta di niente ignorando la carta di identità del portoghese. Il caso Dybala andrà risolto: forse in bianconero abbiamo visto il meglio del repertorio recente del talento ex Palermo. Nuovi volti per nuovi successi.

Non solo punti e classifica. Progetti e obiettivi diversi. L’Inter era chiamata a vincere dopo i grandi sforzi della proprietà degli ultimi anni, il Milan è di nuovo competitivo e la Juventus si prepara alla missione per la quale è più portata: vincere a ogni costo. Tre allenatori, tre storie diverse e diversi orizzonti da inseguire. Un obiettivo comune, a volte così vicino da farci dimenticare quanto sia difficile da afferrare: il trionfo.

Riccardo Amato

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