Intervista, Gian Luca Rossi (QSVS): “Vi spiego il momento dell’Inter”

Per riccardoamato.it parla Gian Luca Rossi, noto giornalista e opinionista tv dal sangue nerazzurro. Obiettivo quello di comprendere le scelte e le strategie dell’Inter.

Il ritorno di Mancini aveva portato entusiasmo e fiducia, salvo poi ricadere nei soliti errori macroscopici. Fin dove arrivano le colpe dell’allenatore?
“In campo vanno sempre i giocatori, ma è chiaro che davanti ad una classifica tanto deficitaria, anche l’allenatore abbia le sue responsabilità. Mancini credo abbia sottovaluto la situazione e, nel contempo,  sopravvalutato se stesso e la squadra, che ha complessivamente meno qualità di quel che si pensava.

Mazzarri in un’intervista ha dichiarato che la sua Inter sarebbe arrivata senz’altro terza in campionato. Condividi questa tesi?
No. E non ci crede nessuno. Ma lui fa bene a “vendere” se stesso a chi ci vuol credere in vista del suo prossimo impiego. In ogni caso tornerà ad allenare squadre comunque meno prestigiose. E non è detto che non sia un bene per lui. A volte ci sono buoni tecnici, ma certi ambienti si rivelano troppo pressanti per loro. Basta solo riabbassare l’asticella.

Ranocchia e Juan Jesus sono un po’ lo specchio di questa squadra, potenzialmente buona, ma distratta e con poca personalità. È la difesa il punto debole di questa Inter?
Sì. E insieme la loro, l’intera fase difensiva, ovvero la fase in cui non devi far tu gioco, ma devi andare a “rompere” quello degli altri. Fare gol all’Inter per tutto quest’anno è stato sempre troppo facile.  

Da Moratti a Thohir, cosa ti manca e cosa invece non rimpiangi della vecchia gestione? Con Moratti si aveva senz’altro un punto di riferimento presente e continuo. La sua certamente una società più vicina alla gente, per quella che è la nostra cultura, con un presidente che dev’essere tifoso. Con Thohir, che vive dall’altra parte del mondo, ovviamente è diverso e i tifosi italiani non sono ancora pronti. Quello che non vuol capire è che ci vogliono anni per valutare seriamente una Presidenza. È presto per quella di Thohir, mentre per quella di Moratti parlano i titoli vinti. Sicuramente però, Moratti ha peccato nell’avvalersi di una dirigenza davvero forte, perché l’unico deputato ad agire ha sempre voluto essere lui. A volte poi è stato mal consigliato.

Handanovic, Kovacic o Icardi potrebbero finanziare con la loro eventuale partenza il mercato in entrata per la prossima stagione. A quale dei tre non può assolutamente rinunciare l’Inter?
Purtroppo non si è nelle condizioni di rinunciare a nessuno. Kovacic non è ancora un campione. Icardi e Handanovic in un’altra Inter sarebbero punti fermi, ma oggi davanti ad offerte importanti, non si è nelle condizioni di non cederli. 

Cosa manca a questa Inter per tornare in alto, diciamo a lottare per le prime tre posizioni in classifica?
Mancano i giocatori: almeno tre uomini importanti, uno per reparto. Ma non potendo spendere 50 milioni di euro sul mercato, occorrerà essere molto bravi e fortunati nelle scelte. L’allenatore, molto più stimato all’estero che in Italia, resta comunque già un punto di partenza, insieme ai nuovi Shaqiri, Brozovic e Santon. Ora bisogna mettere le mani sul resto”. 

Riccardo Amato

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