Il Marocco ci ha insegnato a sognare

Ne hanno già scritto in tanti e non sarò certamente io ad informarvi sul risultato di Marocco-Spagna.

Più che una gara ad eliminazione diretta di un Mondiale, la parabola sportiva di ieri pomeriggio ha rappresentato una grande metafora della vita. Può Davide sconfiggere Golia? Si può resistere per poi spuntarla nonostante un pronostico avverso?

I tanti commenti che ho letto sulla mia pagina Facebook sono state finestre su un mondo che cambia e, anche nel calcio, non nasconde possibili novità.

Il gol di Hakimi e un popolo in festa. Anche in Italia, soprattutto in quel luogo dove la comunità africana di lingua araba conta oltre 450mila presenze. Che sorpresa e quindi che festa!

In veste di allenatore dilettante, in quei lunghi pomeriggi in cui potevo fidarmi di poche persone, ho avuto la fortuna di conoscere un amico marocchino. Ricordo la sua gentilezza e il suo sorriso. Nonostante le distanze, si sentiva e ti faceva sentire sempre a casa. È così che voglio immaginare un popolo che ha raccolto nelle ultime ore un premio atteso tutta la vita.

Lascio ad altri più bravi di me le analisi tecnico-tattiche. Il Marocco ci ha insegnato il segreto della semplicità e ci ha ricordato quanto sia fondamentale imparare a sognare. Tutto può accadere, specialmente quando in tanti hanno già iniziato a parlare e giudicare.

Riccardo Amato

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