Il caso Maresca, la Champions e Conte

CAOS ARBITRALE

Alla fine ha pagato per tutti. Maresca viene fermato dall’Aia dopo Roma-Milan di domenica scorsa. Un timido segnale dopo almeno 180 minuti, gli ultimi, di tensioni e polemiche. Gli stessi identici rigori che in alcuni casi vengono concessi e in altri no. Dipende. Dalla maglia che indossi, dalla situazione, dal polso del direttore di gara. Qualcosa si è rotto. Adesso occorre ricucire i pezzi, salvare il salvabile ed essere chiari. Non esistono rigori e rigorini, chiedete anche alle squadre piccole. Le decisioni, anche le più imparziali, non possono accontentare tutti. L’importante è essere chiari e assecondare un sistema che opera seguendo delle linee guida ben precise. Per il bene del gioco.

CHAMPIONS SCACCIAPENSIERI

La competizione più luccicante, la più attesa, è ciò che serve alle italiane per cambiare marcia anche in Italia. La Juventus per la qualificazione, l’Inter per ribaltare un pronostico già scritto. L’Atalanta per la storia e il Milan per le ultime speranze di un futuro migliore. Il cammino in campionato è costellato più che interrotto da serate magiche, momenti in cui gridare al mondo intero quali sono le tue intenzioni dimostrando il tuo valore. L’Europa ha bisogno di noi. I problemi della Juventus e le incertezze rossonerazzurre possono aspettare: quando suona quella musichetta lì scendono in campo la storia e l’orgoglio di un Paese intero.

CONTE DI NUOVO IN PREMIER

Quella classifica e quei dieci punti di distacco dalla vetta sono già nei pensieri di Antonio Conte. Un quadretto da appendere nel suo ufficio all’interno dell’Enfield Training Centre, un calendario da tavola da fissare ogniqualvolta la mente oscilli tra le parole ambizione e vittoria. Antonio Conte è chiamato a una nuova impresa. Azzerare quel gap tra le squadre protagoniste, audaci e battagliere e quelle mediocri. Convincere i propri giocatori che niente è impossibile e che ogni punto conquistato sia il risultato di sudore e fatica. Il lavoro che paga sempre e che puntualmente ti iscrive di diritto nei libri di storia calcistica. Una missione simile per certi versi a quella realizzata all’Inter. Ecco il Tottenham ha delle potenzialità inespresse proprio come quel gruppo guidato da Lukaku. Il palcoscenico è il più bello del mondo. Una sfida che non si può non provare a vincere. Scrivere la storia del calcio inglese, ancora una volta. Vincere. Buon lavoro Antonio!
Riccardo Amato

 

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